martedì 14 maggio 2013

eBay: la truffa perfetta



Tablet nuovo, vita nuova!

In questo momento, avendo un pesantissimo Dell XPS 17 come computer principale, sento molto la necessità di avere tra le mie dotazioni un tablet.

Dopo aver scansionato il web, concentrandomi principalmente su eBay, sono giunto ad un inserzione molto interessante di un device perfetto per le mie esigenze, con un Windows 8 dietro le spalle, leggero, pratico ed anche molto bello. Prezzo di partenza: 40€. Venditore con il 100% di feedback positivi. E mancava solo un giorno alla chiusura dell'asta.

Ho deciso quindi di attendere l'ultimo ed offrire 250€. Vicino allo scadere dell'asta il prezzo era lievitato intorno ai 200€, e dopo qualche battibecco con un altro offerente cocciuto, mi sono riuscito ad aggiudicare il tablet (che nuovo viene a costare anche 900€), per la modica cifra di 271€.

Il pagamento tramite bonifico bancario

Ammetto che non ero troppo sereno all'idea di pagare questo oggetto. Il rateo prezzo praticato/prezzo da nuovo era decisamente troppo basso, ed in base ad esperienze passate non è mai sicuro quando un affare è troppo affare. 
Ho verificato i termini del pagamento, e ho scoperto che il venditore accettava solo bonifici bancari o vagli postali. L'ho dunque contattato tramite il modulo apposito su eBay, per chiedergli se fosse stato possibile usare PayPal: a quel punto sarei stato assicurato, e rischiare non sarebbe stato così grave. Ho anche avuto da eBay il suo numero di telefono - 34508365**[a]. Ecco la conversazione via email tra me e tal Michele (il presunto nome del furbacchione):
Ciao si puo procedere con il bonifico se non hai problemi. Ti invio le cordinate:
michele *****,
IT91P36000032000CA007280229 [a]
Ascolta, possiamo fare tutto via PayPal, che è più rapido e sicuro per entrambi? Così tu sei assicurato sul pagamento, e io sull'oggetto.
No i soldi non arrivano subito, me li blocca per via dei feedback xke ne ho pochi
Ammetto che non conoscevo queste logiche dietro a PayPal. Pensavo un po' ingenuamente che assicurava il pagamento all'acquirente fino ad un massimo di 500€, dietro compenso di una piccola fee. In effetti è così, ma come ulteriore precauzione se non hai un minimo di feedback positivi ti congela i fondi pagati per tre settimane, dopo le quali puoi usufruire dei proventi della vendita.

Il fatto che non accettasse pagamenti via PayPal era abbastanza comprensibile. Magari aveva bisogno dei fondi alla svelta, 200€ possono fare comodo se navighi in brutte acque. Dunque ho risposto:
Ah giusto, se hai pochi feedbacks non ti sblocca i fondi per 3 settimane.
Ok, allora va bene bonifico. Però in tal caso ho bisogno di una scansione di un documento di identità (è sufficiente usare camscanner o una cosa simile). Dopodiché ti mando il pagamento.
La laconica risposta:
Ebay sconsiglia di mandare documenti personali! Se non ti fidi nn dovevi fare offerte,
[si, la virgola alla fine credo equivalga ad un punto]

Lì ho cominciato ad innervosirmi, ma soprattutto ad insospettirmi. A nulla è valso dirgli che era una forma di cautela, che se voleva gli mandavo un mio documento così era tranquillo, che se non accettava di sottostare a queste basilari forme precauzionali rischiava un pesante feedback negativo. Niente da fare. O così o niente.
Allora ho deciso di adottare un low profile, e fare le mie personali ricerche:
Va bene, va bene, ho capito l'artifona.
Verifico i dati del conto attraverso il mio legale, e poi finalizzo la transazione. Può essere che magari ti chieda di confermarmi qualcosa, ma per quello spero non ci sia problema.
Allora va bene?

Dai sospetti alle ricerche, fino alle certezze

Ho cominciato dal nome: lo username su eBay indicava anche una data di nascita. Ho provato ad incrociare i dati su Google senza trovare niente. Ho dunque provato a cercare su Facebook cercando di verificare se c'era un utente che si fosse iscritto con quell'email. Altro buco nell'acqua.

Può essere benissimo, mi sono detto. In fin dei conti anche io se venissi cercato in questi modi non verrei trovato.

Ho proceduto quindi guardando l'account. Ho ricontrollato. Sì, decisamente 100% feedback positivo.
La prima cosa che ho notato è stata, però, che l'account era stato registrato solo due settimane prima. Nuovo di pallino.
Ho dunque provato a scavare di più, scoprendo che i feedback nascevano da un unico oggetto venduto una decina di volte (prassi comune su eBay): dieci chiavette usb da 4GB erano state vendute ad un prezzo irrisorio - meno di 4€ -, con spese di spedizione gratuite, pagamento via PayPal. Un servizio eccellente: dieci acquirenti, dieci feedback positivi assicurati.
Il meccanismo del feedbacking aveva fatto cilecca: con un investimento risibile, una ventina di euro, una persona qualunque aveva ottenuto un account "rispettabile". E il buon Michele questo lo sapeva bene.

Non contento, ho controllato il codice IBAN che mi aveva fornito. In fin dei conti ogni conto è rintracciabile. Il bonifico bancario è affare sicuro, no? Non proprio, a quanto pare.
Usando il servizio offerto dal portale Blia, che permette di trovare il codice ABI (e dunque la filiale) associato ad un codice IBAN arbitrario, ho scoperto che suddetto codice faceva capo ad una non meglio specificata filiale:


Banca CARTALIS IMEL SPA (ENTE CREDITIZIO)  (ABI 36000)
Agenzia Sede Centrale  (CAB 03200)
Indirizzo via del Campo Booario 56d
Località ROMA
CAP 00153 (mappa)
Provincia (RM)


È bastato cercare su Google Cartalis Imel SPA, che il primo risultato titolava "Truffa?", il secondo "Segnalazione truffe online" ed il terzo era un post su Occhioallatruffa, famoso portale che raccoglie testimonianze di poveretti che sono stati truffati. Tal servizio infatti fornisce ad una persona qualunque una carta prepagata, a cui è associato un codice IBAN. In questo modo non si piomba nel caso prepagate, che ormai sono gli stolti non sanno essere fonte di truffe quasi certa, ma in quella del "sicuro" bonifico bancario.

Sempre peggio. 

Erano passate diverse ore da quando avevo scritto la ultima email al buon Michele. Mi aveva sempre risposto, talvolta dal sito di Tiscali, talvolta da BlackBerry (deducibile dalla firma), nel giro di pochi minuti. Massimo mezz'ora. Dopo un giorno buono non si era fatto più sentire.
Ho dunque ricontrollato, e mi sono reso conto che le mie ultime parole erano state nominare il mio legale. L'accorto truffatore, senza minimamente sapere che stavo già facendo ricerchine sul suo conto (low profile, appunto), al minimo accenno di essere scoperto è sparito nel nulla. Ho lasciato un feedback negativo sul suo account sperando di invogliarlo a tornarsene fuori, al quale peraltro non ha risposto in alcun modo (di solito si protesta accoratamente). Svanito
[nota: ad oggi, qualche settimana dopo, non è ancora tornato]

Per pura curiosità ho controllato l'inserizione che avevo vinto. Scaricando l'immagine principale (scartabellando un po' nell'HTML della pagina si riesce facilmente a raggiungerla), ho fatto una ricerca visuale su Google Images ed ho scoperto che la foto del prodotto era stata copiata da un blog tecnico. In pratica il truffatore - perché ormai è così che dobbiamo chiamarlo - aveva messo un'inserzione su eBay senza avere fisicamente l'oggetto: è stato sufficiente scaricarla da internet.
Questa è una tecnica comune tra i malintenzionati, ed è fortunatamente anche la più semplice da scoprire. Sono stato davvero ingenuo, per la verità, a non controllare prima.

Ho dunque contattato il team di eBay per notificare la tentata truffa. Il servizio mi ha deluso profondamente, perché non hanno fatto le necessarie verifiche tempestivamente, ed ancor più grave per trovare un modulo di contatto mi ci sono voluti più di 20 minuti. Era praticamente introvabile. eBay sembra non considerare veramente il problema delle truffe, o più probabilmente ne è conscia ma lascia scorrere per incentivare gli utenti ad usare PayPal, di cui è proprietaria.
Questo è un atteggiamento, se tale, profondamente scorretto. D'altro canto non possiamo fare nulla per impedire loro di spingere sul proprio business core anche in questo modo.

Morale?

Il primo consiglio che mi viene da dare in questo caso è evitare i bonifici bancari. Evitarli, punto e stop. Molto meglio PayPal, che offre una assicurazione totale sui propri acquisti.
Il secondo è ancor più semplice, e si tratta di buon senso: un oggetto comunemente venduto a più di 500€ viene smerciato senza far storie a meno della metà? Nessuno regala niente. Verificate prima di finalizzare l'operazione.
Infine, un controllo del codice IBAN, dell'immagine usata per l'inserzione e di altre informazioni in vostro possesso può farvi capire molto chiaramente se l'acquirente in questione è un truffatore o meno.


E ricordate sempre: meglio un tablet in meno e 200€ in tasca, che 200€ in meno, ed un tablet invisibile.


Note

1. Ho intenzionalmente pubblicato informazioni personali potenzialmente sensibili, per (tentare di) evitare che in futuro il buon Michele possa provare a nuocere a qualcun altro. Siccome non ho in mano la verità assoluta, e dunque questa persona potrebbe... che so... usato un'immagine presa da Google Images perché non aveva una fotocamera a portata di mano, un conto corrente che in realtà è una prepagata perché ci teneva alla propria privacy, e aver preso paura quando ho nominato il mio legale perché ha la fobia dei tribunali in seguito ad un trauma infantile, sono sempre disposto a togliere tutto quanto.

Però in tal caso pretendo delle scuse. 
Ed il tablet.
A metà del prezzo.

domenica 31 marzo 2013

Lyoness: capitolo chiuso




Qualche mese fa, il 29 ottobre 2012, scrissi un lungo post sul mio blog personale, da pochissimo aperto, sulle mie impressioni circa Lyoness.

Erano passate circa due settimane da quando una conoscente aveva provato a farmici entrare, con il tipico ed arcinoto metodo del “passaparola”, quando decisi di fare una ricerca accurata ed approfondita su questa proposta. Ammetto che partivo da una base di scetticismo (sono stato truffato più di una volta, e le bruciature seppur antiche si sentono), ma ho provato a mantenere uno sguardo il più possibile oggettivo.

L’articolo schizzò alle stelle. Nel giro di un mese collezionava cinquecento visite al giorno, in due i numeri si erano duplicati, a fine febbraio il trend aveva raggiunto un picco di tremila visite giornaliere, e mentre scrivo è il primo link, dopo quello ufficiale lyoness.net a comparire nelle ricerche di Google alla semplicissima query “lyoness”, con un totale di 105 mila visite assolute trimestrali.

Questa inaspettata “fama” (chiamiamola tale), mi ha stupito. Significava che le persone si interessavano all’argomento, e - tenendo conto che le query di ricerca più frequenti con cui i visitatori giungono al mio lido sono “lyoness truffa” e “lyoness fregatura” - significava che la gente, che non è stupida, aveva già il tarlo in testa.
Ciò d’altra parte ha comportato una potente esposizione per la mia persona da parte di chi era a favore di Lyoness: attacchi personali, insulti e tanta tanta tanta frustrazione.

Col tempo mi sono deciso che avrei rivisto l'articolo per includere ciò che nel tempo avevo scoperto. Ammetto di aver giudicato troppo superficialmente alcune sfumature. Non conoscevo molto le logiche matematiche dietro all'accumulazione dei profitti in modalità carriera, e questa è una carenza di cui sono conscio e che spero di aver colmato.

Mi rendo conto però di due cose: la prima è che non puoi convincere chi è ideologicamente schierato. Egli infatti sarà portato a ragionare di cuore e di pancia, più che di testa. La seconda, molto semplicemente, è che il gioco non vale la candela. Chi me lo fa fare di perdere tempo ed energie per ottenere solo insulti di gente immatura che non capisce che così facendo non fa altro che confermare ciò che vado dicendo?

Dunque in questo post lascerò alcuni pareri personali sulla vicenda. Ripeto: p-a-r-e-r-i-p-e-r-s-o-n-a-l-i. Non venitemi ad agitare e sbandierare convulse illazioni secondo cui dovrei andare in carcere per diffamazione, perché ho già a lungo spiegato come il mio caso non rientra in tale fattispecie penale (cfr. Art. 21 Cost, Cass. civ., sez III, 4 luglio 2006, n. 15270, L. n.62/2001, più dettagliatamente in "note legali", sotto).

Dopodiché considererò il capitolo Lyoness chiuso. Le mie idee, se permettete, sono mie, e me le tengo. Così come sono libero di poterle esprimere in questo mio spazio (virtuale) personale. E le mie idee dichiarano che Lyoness non è un'iniziativa su cui lanciarsi. Siete d'accordo? Meglio. Non lo siete? Non è un problema mio.


Il fondatore

A me personalmente il signor Fiedl non piace. Alcuni di voi mi hanno detto: bisogna fallire prima di riuscire. La serialità dei fallimenti del buon Hubert non pregiudica la bontà del suo ultimo progetto. Avete ragione. Però la bancarotta iterata nel tempo, con testardaggine e cocciutaggine, dice molto molto chiaramente.
La storia imprenditoriale del soggetto economico che guida l'azienda che sta chiedendo liquidità è uno degli indici più semplici che gli investitori utilizzano per determinare la validità o meno di un investimento. E siccome ciò che in termini pratici Lyoness vi chiede è proprio liquidità, a tutti gli effetti i suoi clienti sono anche suoi finanziatori attivi, e per questo dovrebbero tenere conto di cosa la dottrina finanziaria insegna a questo proposito.

E qui siamo nei fatti certi, insindacabili.

Se poi vogliamo scendere nelle questioni più spinose, mi è stato segnalato come Hubert Fiedl abbia fondato alcune imprese molto discutibili da un punto di vista legale. A voi il giudizio:
segnalo a lei e a chi legge che il sig. Hubert Fiedl ha già fatto man bassa in Italia qualche anno fa con un sistema analogo, anzi direi con lo stesso sistema binario che ora ripropone qui in modo più "appetibile". Il sistema si chiamava GTS Global Trading System. Molte molte molte persone ci hanno rimesso un bel pò di quattrini.
Il sistema Gts finì infatti per intervento delle autorità, e come sempre succede molti rimasero con il cerino acceso in mano, bruciandosi assai. Dopo Gts venne Galvagin in diversi paesi europei, poi quando chiuse anche quello Mr Fiedl (Hubsi per gli amici) lanciò Lyoness.
Ma per chi vuole è tutto on line eh, un pò di pazienza e google traduttore da una mano...
http://www.verbraucherrunde.net/lyoness-serioes-oder-nicht-t290-1545.html
Comunque, tornando nel mondo dei dati certi, vorrei porre alla vostra attenzione le cause legali intentate in Romania: http://www.informatiadebihor.ro/ancheta/6102-lyoness-la-tribunalul-bihor
e in Austria http://behindmlm.com/companies/lyoness-us-review-cashback-and-investment-returns/. Non è piacevole sapere che si stanno investendo soldi (prestando? vedete voi) in un'azienda sospettata di ciò che è sospettata. Però, come è ben noto, ognuno è padrone di sé stesso.

Il sistema

Mi è stato spiegato in tutte le salse, in tutti i modi possibili ed immaginabili, questo sistema di anticipi e sconti. Matrici che "perfino mio nipote di cinque anni potrebbe capire", complicati algoritmi su percentuali di guadagno, spazi matematici eccezionali, formule del successo assicurato... Non mi interessa. Ho capito come funziona, e più leggo i commenti degli utenti sul blog, più mi impegno approfondendo la documentazione ufficiale, e più sono convinto ci si possa fidare sempre meno. Siccome, però, è veramente poco dimostrabile, ed è solamente un'idea mia, mi limiterò ad esporre questioni un po' più oggettive:
  • Gli sconti sono un miraggio
Il sistema di cashback è il cavallo di battaglia di Lyoness. Il suo business core, per capirci. Come per l'IKEA il fare mobili (anche se poi ha un'intera catena di ristoranti), o per Apple il produrre hardware tecnologico (anche se poi macina dividendi sull'assistenza e gli accessori). Però il sistema di cash back è anche il meno remunerativo.

L’articolo uno del capitolo primo, documento “Condizioni di Rimborso LYONESS e modalità di pagamento”, allegato al contratto ufficiale che Lyoness stipula con il cliente, recita:

« Ogni acquisto da Lei effettuato con Lyoness presso le imprese convenzionate LYONESS comporta una percentuale pari all´1% sul Suo “conto crediti”.In questo modo sul Suo conto crediti si accumula un importo in crescita continua. Questo rimborso viene accreditato immediatamente sul Suo conto corrente bancario quando supera ìmporto di 10,- EUR. »

L’articolo secondo invece dice:

« Ad ogni acquisto dei Suoi clienti diretti (amici ai quali ha consigliato LYONESS) presso imprese convenzionate LYONESS Lei riceve lo 0,5% di tutti gli importi di acquisto sul Suo conto crediti.

Anche ad ogni acquisto dei Suoi clienti indiretti (amici consigliati dai Suoi clienti diretti) presso imprese convenzionate LYONESS Lei riceve lo 0,5% di tutti gli importi di acquisto sul Suo conto crediti.

In altri paesi in cui opera Lyoness i Bonus Amicizia possono essere anche sotto lo 0,5% »



Dunque, 1% di rimborso per ogni acquisto, 0,5% di introiti per un affiliato di grado uno, e 0,5% di introiti per ogni affiliato di grado due. 
Si tratta di cifre molto contenute.

Spendendo 200 € convenzionati al mese, vado a risparmiare solo 2 € (l’un per cento).
Una cifra assolutamente infima. Una caramella contro un iPod.
Antonio infatti dice:
Ok facciamo 4 conti, io spendo al mese circa 500 € di acquisti al Despar, comprando i Buoni originali Despar alla Lyoness, mi danno un cashback immediato del 1% cioè 5 € Wow con quello che spendo a fare il bonifico ed il tempo messo non so se ne vale la pena
Se anche convincessi, che so, 40 persone ad entrare nel sistema, e tutte queste spendono in negozi affiliati Lyoness 200 € al mese, pur generando un volume di spostamento di denaro pari a 98400 € all’anno, arriverei a guadagnare poco meno di 480 € (annui).

Palesi dunque due cose: se non comincio a convincere altre persone ad entrare nel giro non guadagnerò praticamente nulla (2 € contro 40 €). E, ancor più grave, in ogni caso anche convincendo quaranta persone ad entrare nel circolo, il guadagno non è rilevante: pari, per l’esattezza, a meno dello 0.005% del volume d’acquisti mosso per ottenerlo
Sempre Antonio infatti commenta:
Osservando da questo punto di vista non è niente male certo questa è pura teoria, riflettendo non riesco con gli amici a convincerli ad andare in 5 in quel ristorante o cinema , figurati 10 a fare la spesa al Despar e loro a sua volta 10. Lo ritengo UTOPISTICO. 

È chiaro dunque come il circuito di cash back di Lyoness sia remunerativo solo a patto di riuscire a convincere un grandissimo numero di persone ad essere parte del circolo, almeno superiore alle 100 persone. Un normale (ed impegnato) lavoratore non può sperare di guadagnare con questo meccanismo. Poi, se volete possiamo considerare la saturazione del mercato, ma questo è un discorso su cui non mi prolungherò.

Ritengo sia un vero peccato perché di per sé il sistema di cash back è geniale, una grandissima trovata, che in sé stessa e con adeguati margini di guadagno per tutti (intorno al 10% minimo, sennò non ha senso), garantirebbe addirittura un aumento dei consumi sistematico in determinate aree geografiche e commerciali.

  • La carriera: un investimento
Investire in Lyoness è l'unico modo perché si ottenga del denaro liquido in quantità soddisfacenti. È un vero e proprio investimento. Che, come tale, può essere valutato, per capirci dalla famosa tripla A fino a junk. Attenzione. Le valutazioni delle agenzie di rating non sono mai relative al quanto sia remunerativo l'investimento. Si dà per scontato che l'investitore lo sappia già di suo. Il punto è se è affidabile o meno. Stessa cosa Lyoness. Posso fidarmi?
Claudia (nome di fantasia) mi scrive:
Sono in Lyoness da parecchio tempo, poco meno di un anno e mezzo, e vi sono entrata come Premium Partner aggiungendo anche il denaro della matrice, di cui vedo che si è parlato nei commenti. Quindi, sostanzialmente, ho versato 4000 euro (2000 più 2000). La stessa cosa ha fatto mio fratello convenzionando anche l'attività di famiglia, quindi altri 4000 euro e le spese del "kit commerciale", circa 500 euro. Una bella spesa (senza contare le spese relative ai corsi, giornate, eventi). [...] Detto questo, mi sono trovata molto male. Persone approssimative, esuberanti, non professionali, mancanza totale di assistenza. Quindi di certo Lyoness non è un'azienda seria che segue le problematiche all'interno del sistema, non assiste i propri clienti anche nel momento in cui abbiano versato una cospicua somma.
Dimostrare la legalità o meno del sistema è cosa impossibile. Lasciamo questo ingrato compito alle fiamme gialle, saranno loro a decidere se Lyoness è meritevole di fiducia o meno.
Però Claudia evidenzia molto bene la questione: chi è, in ambito commerciale, imprenditoriale ed economico, che affiderebbe la considerevole cifra di 9000 € ad un'azienda che dimostra (parole della clientela stessa!) ben poca professionalità? Fate voi. Io non mi fido.
Luke, che si firma "un coglione con la terza media", autocritica - Luke - che personalmente non condivido per niente, invece scrive sul blog:
Nella struttura piramidale le informazioni sono compartimentate e spesso distorte. di fatto il meccanismo è complicatissimo e quando diventi cliente solitamente lo si fa per mezzo di persone come la ragazza che l'ha proposto a te, introdotti quindi da gente che punta al guadagno senza avere la minima competenza di marketing. [...] Io mi sono associato per il momento a lyoness come cliente, non mi fido ad investirci soldi anche perchè la scarsità di aziende convenzionate al momento e la complessità del meccanismo rendono difficile una rapida diffusione e non trovo giusto che spesso chi presenta il progetto ometta volutamente molti dettagli. Faccio un esempio: il mio sponsor voleva farmi investire nelle posizioni minime dimenticandosi che prima di fare ciò dovevo spendere 100 euro all'interno del circuito. Da lì sto aspettando ancora qualcuno che sia in grado di spiegarmelo dettagliatamente, ma ho risalito la piramide e nessuno sa di preciso a che pensano i vertici, una volta che iniziano a vedere quattro soldi non frega più nulla a nessuno di sapere cosa succede, l'importante è che funzioni.
Esattamente questo è il punto che tento di sottolineare: magari saranno nella più totale legalità. Magari saranno le persone più rispettabili del mondo. Ma con tutta questa poca trasparenza, volete dirmi che vi fidate a consegnare in toto due Mac Pro super accessoriati nuovi (4500€, più o meno siamo lì), con la promessa di guadagni futuri?
Piccola nota a margine. Come evidenziato dallo studio legale Breiteneder, il sistema viene spacciato per gratuito. Pare non sia così. Ci sono spese "d'amministrazione" tra i 2000 e 40000 €. Sinceramente, per quello che mi è stato detto ed ho potuto appurare, la cifra è più contenuta (intorno ai 500€), ma non sono comunque frivolezze.

Le aziende associate

Jacopo mi scrive: 
Se colossi italiani (coin ovs Foppapedretti la perla ecc ecc) e mondiali (Apple, Sony, Philips, Dell, ecc ecc) sono nel circuito, o sono tutti degli sprovveduti o effettivamente avete sottovalutato o capito male il funzionamento di lyoness.
Ho chiesto agli interessati sopra citati: siete partner?
Allora... da Apple nessuno si è degnato di rispondermi. Ho scritto sia al servizio clienti (ma giustamente non era di loro competenza), che al servizio commerciale. Completamente ignorato. Così hanno fatto molte altre aziende.
Con Tamoil ho invece avuto una (pseudo) discussione, che per motivi legali non posso divulgare (ex art. 616 C.P., D.Lgs n. 196/2003 Codice in materia di protezione dei dati personali). Con le mani legate e il bavaglio sulla bocca non mi azzardo a dire altro.

Beh... fate voi.

Gli utenti

Gli utenti del blog e perseveranti persecutori della causa Lyoness sono il fenomeno più interessante di questo sistema. Alcune perle:
Io in questo blog leggo solo diffamazione, intenzionale e perpetrata. Questo famigerato blogger che decide a priori che Lyoness.. meglio di no. Non sa nulla, non si informa, anzi ammette che una ragazza un pò confusa gli ha detto... e lui così per riempire le pagine si affida al copia incolla dei peggiori... nascondendosi dietro ad un altisonante ed autoattribuito titolo di Maestro di Vita... poi leggi che studia all'Università! Pazzesco...
mi e' piaciuto moltissimo lo stile giornalistico critico che ha usato per commentare l'azienda Lyoness, peccato pero' che scrivere bene non vuol dire sapere cosa scrivere.. le consiglio la prossima volta di PENSARE prima di scrivere. 
Salve Dott. Pazzo, Permetimi di chiamarti cosi per e vero e non hai nulla da offenderti, informati bene di Lyoness come e fatto il sistema , leggi bene tutto il piano di vantaggi cliente , come si diventa premium partner  ..ed dopo che hai avuto tutte queste informazione leggi il tuo articolo ...e dilo forte SONO MATTO.  un mio consiglio cancella quel articolo perché e scritto da una che si droga .
Buona fortuna .
P.S. prima di scrivere informati! 
Il migliore, comunque, è il dottor (professor?) Luigi Leonardi, che non cito qui perché troppo lungo. Cercatelo nei commenti, perché merita davvero.

Ritengo che queste opere di lucida ed elaborata retorica dicano qualcosa di evidente, ben al di là di quanto brutto e cattivo io possa essere. Ma non lo dirò io, perché sennò sembro troppo di parte. Lo farò citando le vostre stesse parole.
Sempre Luke commenta:
Io inviterei saccenti e professori ad usare toni consoni ad un dialogo civile, accanirsi l'una sull'altra parte non porta a niente, anzi, l'atteggiamento aggressivo solitamente viene sviluppato da chi è carente di argomenti e deve rinforzare i pochi che ha a disposizione
Unknow invece dice:
E perchè voi PP dite "Stai sbagliando" senza aggiungere dati, documenti e prove per sostenere una controtesi? Avete il classico modo di rispondere ed il tono del drogato che nega di avere bisogno della sua dose...ed è questo che più di tutto mi ha spaventato di Lyoness...avete le reazioni tipiche di una setta come Scientology...se io ho deciso di non entrare nella vostra setta è solo grazie a voi e alle vostre risposte stridule e infantili.
Pisa, giurista d'impresa, (che non è d'accordo con ciò che scrivo), mi scrive:
Detto questo vorrei, con lei, avere un dialogo costruttivo non via Blog ma possibilmente via mail o telefonica o, se lo ritiene necessario, anche di persona per poterle togliere ogni dubbio e dimostrarle quanto distante è la realtà da quello che lei scrive.Per il percorso professionale e per la figura che ricopro non mi piace parlare di cose campate per aria ma tutto ciò che le scriverò laddove potrò verrà documentato in modo preciso ed esatto, non con estratti di link di pagine internet che chiunque potrebbe scrivere, ma con documenti ufficiali.Se ha bisogno di qualsiasi altra informazione e/o documentazione che non leda privacy o altri diritti sono e sarò a sua completa disposizione. 
Questo è l'atteggiamento che mi aspetto! Questo è ciò che ritengo sia un comportamento da persone mature, serie e semplicemente interessate a far emergere la verità. Questo modo di comportarsi è ahimè rarissimo tra i ranghi dei clienti Lyoness.


Conclusioni

Il mio parere personale è questo: l'azienda è di per sé legale (credo). Lo certificano fior fior di personaggi e studi legali. Il sopra citato Pisa, che mi sembra essere un'autorità nel campo, lo può confermare. 
Mi fido: non sono nessun per poter decretare la legalità o meno dell'impresa.

Però...

Però non la ritengo comunque meritevole di fiducia. L'idea imprenditoriale è interessante ma concretizzata in modo confuso e molto arbitrario. Le persone che ci sono dietro sono mosse da entusiasmo idilliaco. Non c'è alcuna professionalità, nemmeno il minimo che ci si aspetti da una società a cui è chiesto d'affidare (pur sempre pro tempore, certo) ingenti capitali. Forse non sarà una truffa, ma i tempi di crisi, come quello in ahimè ci troviamo, ci domandano prudenza. I soldi facili non esistono. Gli sconti sui consumi sono un miraggio. Il mio consiglio spassionato è lasciate perdere: investite in qualcos'altro le vostre energie e il vostro denaro.

Approvo totalmente come conclude Antonio (leggetevi tutto il suo commento, merita):

Conclusione , per quanto riguarda il progetto cashbackcard , una grande genialità,altamente innovativo e grande idea, peccato che per portare l’ azienda oggi nel mondo , la Lyoness stessa , si è inventata gli acconti, una ignizione non indifferente di capitali generati da centinai di persone se non migliaia o milioni che hanno versato acconti solo per fare la cosiddetta carriera. Sarà mia cura contattare sia lo studio Sutti che la Consult per chiarire questa posizione, spero che sia un caso isolato e che Marco preso dalla foga di coinvolgermi abbia espresso in modo poco corretto il progetto, (ho tanti dubbi in merito), per ora vedendo i forum e quanto stà avvenendo all’ estero , preferisco non avventurarmi in questa impresa. Sarà mia cura informare le persone su internet sul da farsi. Premesso che non scrivo per screditare Lyoness anzi la trovo una grande idea ed un ottimo progetto ma divulgare il sistema Ponzi non è il caso. Tutto questo per salvaguardare Marco e Stefano a non coinvolgere altre persone a mettere gli acconti , in Italia se non erro se siamo portatori di inganni o cose non legali e aiutiamo gli altri a farlo ,oltre che ad aggravare la situazione si può essere incriminati per associazione a delinquere.

Tuttavia, mi sento di dire che se siete comunque interessati ad approfondire l'iniziativa, fatelo. Davvero. Fatelo. Come già ampiamente detto, il sistema del cash back è una trovata geniale. Documentatevi: qui, qui e qui. Parlate con il vostro sponsor. E, giudicato che l'iniziativa è di vostro gradimento, e vi attira, buttatevi. Il giudizio è e sempre sarà solamente vostro, e su questo non ho alcuna intenzione d'adottare uno sbagliato atteggiamento d'ingerenza.



Stop. Capitolo chiuso


Non tornerò più sopra la questione.





Note legali

Quanto sopra riportato è frutto di ricerche personali. I miei non sono velleitari e diffamatori giudizi personali ma semplici fatti concreti, liberamente appurabili da chiunque. Ciò che sconfina nel soggettivo è invece il risultato di un pensiero personale, che con questo blog intendo semplicemente comunicare, ritenendo che le persone abbiano il diritto di sentire più di una campana. L'Art. 21 della Costituzione recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.» Secondo la Cassazione (Cass. civ., sez III, 4 luglio 2006, n. 15270), sono legalmente autorizzato a parlare di Lyoness in questi termini fintantoché c'è: verità delle notizie (oggettiva o anche soltanto putativa, purché frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca); la continenza della forma con cui sono espresse le opinioni; la sussistenza di un interesse pubblico all’informazione. Con particolare riguardo al requisito della verità dei fatti, ho fatto il possibile per verificare l’attendibilità della fonte della notizia. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, data l'evidenza che non viene aggiornato con cadenza periodica, e non è da considerarsi in alcun modo un mezzo di informazione o un prodotto editoriale, ai sensi della legge n.62/2001. In tal senso non sono soggetto alla responsabilità oggettiva professionale cui sono esposti i giornalisti, sebbene ritengo di non essere stato in alcun modo scorretto o in mala fede nel riportare quanto scritto.

31 marzo 2013 | 16:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA

lunedì 29 ottobre 2012

Lyoness? Meglio di no.



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