martedì 14 maggio 2013

eBay: la truffa perfetta



Tablet nuovo, vita nuova!

In questo momento, avendo un pesantissimo Dell XPS 17 come computer principale, sento molto la necessità di avere tra le mie dotazioni un tablet.

Dopo aver scansionato il web, concentrandomi principalmente su eBay, sono giunto ad un inserzione molto interessante di un device perfetto per le mie esigenze, con un Windows 8 dietro le spalle, leggero, pratico ed anche molto bello. Prezzo di partenza: 40€. Venditore con il 100% di feedback positivi. E mancava solo un giorno alla chiusura dell'asta.

Ho deciso quindi di attendere l'ultimo ed offrire 250€. Vicino allo scadere dell'asta il prezzo era lievitato intorno ai 200€, e dopo qualche battibecco con un altro offerente cocciuto, mi sono riuscito ad aggiudicare il tablet (che nuovo viene a costare anche 900€), per la modica cifra di 271€.

Il pagamento tramite bonifico bancario

Ammetto che non ero troppo sereno all'idea di pagare questo oggetto. Il rateo prezzo praticato/prezzo da nuovo era decisamente troppo basso, ed in base ad esperienze passate non è mai sicuro quando un affare è troppo affare. 
Ho verificato i termini del pagamento, e ho scoperto che il venditore accettava solo bonifici bancari o vagli postali. L'ho dunque contattato tramite il modulo apposito su eBay, per chiedergli se fosse stato possibile usare PayPal: a quel punto sarei stato assicurato, e rischiare non sarebbe stato così grave. Ho anche avuto da eBay il suo numero di telefono - 34508365**[a]. Ecco la conversazione via email tra me e tal Michele (il presunto nome del furbacchione):
Ciao si puo procedere con il bonifico se non hai problemi. Ti invio le cordinate:
michele *****,
IT91P36000032000CA007280229 [a]
Ascolta, possiamo fare tutto via PayPal, che è più rapido e sicuro per entrambi? Così tu sei assicurato sul pagamento, e io sull'oggetto.
No i soldi non arrivano subito, me li blocca per via dei feedback xke ne ho pochi
Ammetto che non conoscevo queste logiche dietro a PayPal. Pensavo un po' ingenuamente che assicurava il pagamento all'acquirente fino ad un massimo di 500€, dietro compenso di una piccola fee. In effetti è così, ma come ulteriore precauzione se non hai un minimo di feedback positivi ti congela i fondi pagati per tre settimane, dopo le quali puoi usufruire dei proventi della vendita.

Il fatto che non accettasse pagamenti via PayPal era abbastanza comprensibile. Magari aveva bisogno dei fondi alla svelta, 200€ possono fare comodo se navighi in brutte acque. Dunque ho risposto:
Ah giusto, se hai pochi feedbacks non ti sblocca i fondi per 3 settimane.
Ok, allora va bene bonifico. Però in tal caso ho bisogno di una scansione di un documento di identità (è sufficiente usare camscanner o una cosa simile). Dopodiché ti mando il pagamento.
La laconica risposta:
Ebay sconsiglia di mandare documenti personali! Se non ti fidi nn dovevi fare offerte,
[si, la virgola alla fine credo equivalga ad un punto]

Lì ho cominciato ad innervosirmi, ma soprattutto ad insospettirmi. A nulla è valso dirgli che era una forma di cautela, che se voleva gli mandavo un mio documento così era tranquillo, che se non accettava di sottostare a queste basilari forme precauzionali rischiava un pesante feedback negativo. Niente da fare. O così o niente.
Allora ho deciso di adottare un low profile, e fare le mie personali ricerche:
Va bene, va bene, ho capito l'artifona.
Verifico i dati del conto attraverso il mio legale, e poi finalizzo la transazione. Può essere che magari ti chieda di confermarmi qualcosa, ma per quello spero non ci sia problema.
Allora va bene?

Dai sospetti alle ricerche, fino alle certezze

Ho cominciato dal nome: lo username su eBay indicava anche una data di nascita. Ho provato ad incrociare i dati su Google senza trovare niente. Ho dunque provato a cercare su Facebook cercando di verificare se c'era un utente che si fosse iscritto con quell'email. Altro buco nell'acqua.

Può essere benissimo, mi sono detto. In fin dei conti anche io se venissi cercato in questi modi non verrei trovato.

Ho proceduto quindi guardando l'account. Ho ricontrollato. Sì, decisamente 100% feedback positivo.
La prima cosa che ho notato è stata, però, che l'account era stato registrato solo due settimane prima. Nuovo di pallino.
Ho dunque provato a scavare di più, scoprendo che i feedback nascevano da un unico oggetto venduto una decina di volte (prassi comune su eBay): dieci chiavette usb da 4GB erano state vendute ad un prezzo irrisorio - meno di 4€ -, con spese di spedizione gratuite, pagamento via PayPal. Un servizio eccellente: dieci acquirenti, dieci feedback positivi assicurati.
Il meccanismo del feedbacking aveva fatto cilecca: con un investimento risibile, una ventina di euro, una persona qualunque aveva ottenuto un account "rispettabile". E il buon Michele questo lo sapeva bene.

Non contento, ho controllato il codice IBAN che mi aveva fornito. In fin dei conti ogni conto è rintracciabile. Il bonifico bancario è affare sicuro, no? Non proprio, a quanto pare.
Usando il servizio offerto dal portale Blia, che permette di trovare il codice ABI (e dunque la filiale) associato ad un codice IBAN arbitrario, ho scoperto che suddetto codice faceva capo ad una non meglio specificata filiale:


Banca CARTALIS IMEL SPA (ENTE CREDITIZIO)  (ABI 36000)
Agenzia Sede Centrale  (CAB 03200)
Indirizzo via del Campo Booario 56d
Località ROMA
CAP 00153 (mappa)
Provincia (RM)


È bastato cercare su Google Cartalis Imel SPA, che il primo risultato titolava "Truffa?", il secondo "Segnalazione truffe online" ed il terzo era un post su Occhioallatruffa, famoso portale che raccoglie testimonianze di poveretti che sono stati truffati. Tal servizio infatti fornisce ad una persona qualunque una carta prepagata, a cui è associato un codice IBAN. In questo modo non si piomba nel caso prepagate, che ormai sono gli stolti non sanno essere fonte di truffe quasi certa, ma in quella del "sicuro" bonifico bancario.

Sempre peggio. 

Erano passate diverse ore da quando avevo scritto la ultima email al buon Michele. Mi aveva sempre risposto, talvolta dal sito di Tiscali, talvolta da BlackBerry (deducibile dalla firma), nel giro di pochi minuti. Massimo mezz'ora. Dopo un giorno buono non si era fatto più sentire.
Ho dunque ricontrollato, e mi sono reso conto che le mie ultime parole erano state nominare il mio legale. L'accorto truffatore, senza minimamente sapere che stavo già facendo ricerchine sul suo conto (low profile, appunto), al minimo accenno di essere scoperto è sparito nel nulla. Ho lasciato un feedback negativo sul suo account sperando di invogliarlo a tornarsene fuori, al quale peraltro non ha risposto in alcun modo (di solito si protesta accoratamente). Svanito
[nota: ad oggi, qualche settimana dopo, non è ancora tornato]

Per pura curiosità ho controllato l'inserizione che avevo vinto. Scaricando l'immagine principale (scartabellando un po' nell'HTML della pagina si riesce facilmente a raggiungerla), ho fatto una ricerca visuale su Google Images ed ho scoperto che la foto del prodotto era stata copiata da un blog tecnico. In pratica il truffatore - perché ormai è così che dobbiamo chiamarlo - aveva messo un'inserzione su eBay senza avere fisicamente l'oggetto: è stato sufficiente scaricarla da internet.
Questa è una tecnica comune tra i malintenzionati, ed è fortunatamente anche la più semplice da scoprire. Sono stato davvero ingenuo, per la verità, a non controllare prima.

Ho dunque contattato il team di eBay per notificare la tentata truffa. Il servizio mi ha deluso profondamente, perché non hanno fatto le necessarie verifiche tempestivamente, ed ancor più grave per trovare un modulo di contatto mi ci sono voluti più di 20 minuti. Era praticamente introvabile. eBay sembra non considerare veramente il problema delle truffe, o più probabilmente ne è conscia ma lascia scorrere per incentivare gli utenti ad usare PayPal, di cui è proprietaria.
Questo è un atteggiamento, se tale, profondamente scorretto. D'altro canto non possiamo fare nulla per impedire loro di spingere sul proprio business core anche in questo modo.

Morale?

Il primo consiglio che mi viene da dare in questo caso è evitare i bonifici bancari. Evitarli, punto e stop. Molto meglio PayPal, che offre una assicurazione totale sui propri acquisti.
Il secondo è ancor più semplice, e si tratta di buon senso: un oggetto comunemente venduto a più di 500€ viene smerciato senza far storie a meno della metà? Nessuno regala niente. Verificate prima di finalizzare l'operazione.
Infine, un controllo del codice IBAN, dell'immagine usata per l'inserzione e di altre informazioni in vostro possesso può farvi capire molto chiaramente se l'acquirente in questione è un truffatore o meno.


E ricordate sempre: meglio un tablet in meno e 200€ in tasca, che 200€ in meno, ed un tablet invisibile.


Note

1. Ho intenzionalmente pubblicato informazioni personali potenzialmente sensibili, per (tentare di) evitare che in futuro il buon Michele possa provare a nuocere a qualcun altro. Siccome non ho in mano la verità assoluta, e dunque questa persona potrebbe... che so... usato un'immagine presa da Google Images perché non aveva una fotocamera a portata di mano, un conto corrente che in realtà è una prepagata perché ci teneva alla propria privacy, e aver preso paura quando ho nominato il mio legale perché ha la fobia dei tribunali in seguito ad un trauma infantile, sono sempre disposto a togliere tutto quanto.

Però in tal caso pretendo delle scuse. 
Ed il tablet.
A metà del prezzo.

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